12 settembre 2006

Il mondo perduto


La stanza da cui scrivo è sempre la stessa
tralasciando i dettagli
lo è ormai da quasi vent’anni…
la stessa scrivania
sempre più simile ad un bazar
tante foto, tanti paesaggi, boschi, rocce, isole, mare…
queste sono una novità
davvero recente, piacevole
ce ne sono centinaia
sparpagliate tra pennarelli, pastelli, penne, pennelli, matite, colori…
la sedia, quella tipo ufficio, è una bella chiazza di blu
che cancella dagli occhi la vecchia sgangherata grigia seduta che, ormai, non c’è più.

Tra lampade fulminate e depliant multicolori
ergendosi impavido tra libri e riviste
ed immense cataste di scarabocchi, di appunti, di posta
il centro della scena lo occupa da anni sempre lui
uno schermo, tanti schermi diversi
un tempo ingombranti e goffi
adesso sinuosi e sottili
trasmettono instancabili le immagini che collegano ininterrottamente
questa stanza con uno strano e variopinto mondo
che, pur essendolo, tutto sembra meno che una rete…

Attraverso questo schermo, milioni di dati, milioni d’informazioni
milioni di istruzioni scritte in molteplici e complessi linguaggi
si trasformano in immagini e suoni che raccontano
le conoscenze, le storie, le delusioni, i desideri, i sogni di tante “entità”
che spesso si fatica stupidamente fin troppo
per comprendere che, come noi, non son altro che persone

uno schermo
che diventa una porta
per un mondo intero
che altrove non saprei trovare

e dentro questo mondo
tanta varia umanità
bella, brutta, alleata, ostile, generosa, cinica…
un bel quadro
a riassumere tanti difetti e tante virtù
esaltati dal mezzo di comunicazione
principalmente basato sulla scrittura
che tanto rimarca ogni spigolo ed ogni curva
a sottolineare toni accesi e decisi
d’ogni modo d’intender diversa la vita.

Io vivo nel mondo
quello del lavoro, della famiglia, del tempo libero, dell’amore
eppure non posso fare a meno di pensare
che anche questo mondo virtuale sia un mondo reale
molto più reale di quanto avessi mai creduto possibile
un mondo vivo, di cui frequento spesso alcune piazze
ad una delle quali, questa in cui mi trovo oggi a parlare,
sono particolarmente legato, affezionato,
forse anche per quanto le persone che la frequentano
hanno influenzato, nel male, ma soprattutto nel bene
il mio strano modo d’intendere la parola vivere…

un mondo variopinto
nonostante l’austero bianco che oramai lo pervade
un mondo di partenze e di arrivi
spesso dolorose, spesso inattesi
un mondo di parole, di anime, di svolte, di fughe, di clamorosi ritorni…

un mondo che sembra tanto vasto
ma che poi a ben vedere
per almeno due anni
ha ruotato principalmente intorno a trenta, forse quaranta persone
amici, nemici, fazioni, discussioni, liti furibonde…
ma anche tanto spazio per mettersi in gioco
per conoscere e conoscersi
partendo da un punto comune
l’amore per le parole
per poi crescere come ben più complessa comunità virtuale
fedele ed amplificato riassunto del vivere insieme
tra lotte senza quartiere
amicizie per la vita
amori nascenti
e tanto tanto desiderio di crescere insieme

un mondo che cambia
un mondo che fatico a riconoscere
un mondo che, giorno dopo giorno, continua a cambiare
forse perché così è la vita
forse per le scelte di format
che non condivido ma non discuto
anzi, forse comprendo pure…
forse perché cambio io
ma non riuscendo a perdermi mai
se non nei meandri dei miei pensieri
penso egocentricamente che sia il mondo a perdersi
e non io incapace di vederlo
per quello che è
o vorrebbe diventare

mi scuso per la lunghezza
e, forse, l’inutilità e l’inadeguatezza
di questo mio intervento
che posso riassumere solo nella nostalgia
per quel mondo ricco di persone
che adesso, tra sterili discussioni su case editrici, concorsi e agenzie
fatico a ritrovare
se non in una dimenticata logora pagina
che, nonostante sia sempre più deserta,
mi ostino ancora ogni tanto a cercare…

senza nessuna pretesa di essere nel giusto
volevo solo raccontarvi che vi leggo sempre
ma spesso, su discussioni così “tecniche” e asettiche
non so che dire, non ho voglia di dire
e che il mio silenzio
non è disaffezione
ma tristezza
per un mondo perduto
che mi ha dato tanto
e che, forse, non tornerà…

11 settembre 2006

Undici nove


cinque anni
sofferti e lunghissimi
trascorsi ad imparare
che questo mondo
non somigliava affatto
a quello che ci avevano sempre raccontato
evoluto, moderno, sicuro…

quattro aerei
come fulmini dal cielo
a colpire ogni cuore degli Stati Uniti
quello finanziario
quello militare
quello umano
mancando il bersaglio politico
per un “miracolo” ancora da chiarire

duemilanovecentoottantasei morti
almeno quelli ufficiali
che gli immigrati clandestini
presenti in grande quantità nella grande mela
non meritano neanche di esser ricordati
neppure dalla loro famiglia, certamente povera
che rischierebbe l’espulsione dal paese

cinque anni
e la follia non si arresta
vediamo una guerra mondiale
travestita ogni giorno da qualcosa di diverso
dividere questo povero mondo
in noi
contro di loro
una follia di integralismi
che consuma le coscienze
e brucia il pianeta
un pezzetto alla volta

undici nove
un giorno che ha cambiato la storia
che non sarà mai più uguale
l’Afganistan, l’Iraq, il Libano, Israele
gli attentati di Madrid, Londra, Sharm, Mumbai
gli Stati Uniti, l’Iran, la Siria, Il Pakistan, l’India
la comunità europea nelle sue molteplici sfaccettature
e mi chiedo, ogni giorno
i soldati di quanti paesi
debbano essere coinvolti in operazioni militari
perché una guerra senza fine
possa definirsi guerra mondiale…

10 settembre 2006

La porta del paradiso


Infiniti cristalli d’acquamarina
riflettono l’azzurro cielo
in una tempesta di turchese
blu profondo e verde smeraldo
scintillando d’argento
tra le fluttuanti onde di luce
che trafiggono il mare.

E nel caleidoscopio di colori
esploso attraverso gli occhi
a colorare d’arcobaleno la vita
una sfolgorante angelica presenza
compensa le ombre con la sua luce
profuma l’aria con un respiro
e nutre la sua anima con un sorriso.

Ora, nel tempo di questa vita mortale
il paradiso non è un luogo fantastico
bensì uno stato d’animo raro ma reale.
E nella comunione dell’anima
che dona ad ogni gesto semplice
tutti i profumi e i colori del mare
c’è una porta che voglio attraversare.