28 dicembre 2005

Sogno


Sogno

bagliori di fiamme
senza luce,
ardore di fuoco
senza fumo

sogno

echi di grida
senza suono,
affanno di notte
senz’ombre

bisogno

di luce
di pace
di voce
che tace

sogno

scheggia d’ignoto
sfuggente
riflessa d’acume
preveggente

sogno

dello spavento
mi vergogno
e dell’oblio
sento bisogno.





25 dicembre 2005

Storie di miele


Un natale di festa nel modo della fantasia, rivolta ai piccini e non solo.
Il goffo e tenero orsetto Winnie the Pooh compie ben ottanta anni.

Nato dall’eclettica fantasia di Alan Alexander Milne, il buffo plantigrado e la sua improbabile compagnia di animali, hanno colorato i sogni d’intere generazioni di bimbi, fin dal loro esordio,
avvenuto il 24 dicembre 1926, sulle pagine del London Evening News.

I libri per ragazzi di Alan Alexander Milne, illustrati da E. H. Shepard, portarono sia fama che problemi nella vita dell’autore che, giornalista, scrittore e commediografo apprezzato, vide la sua immagine professionale offuscata dal successo del suo personaggio di fiaba.

A.A. Milne, nel corso della sua carriera, ha scritto innumerevoli articoli per la rivista Plunch, diversi saggi, 7 romanzi (tra cui “Il dramma di Corte Rossa”) ed oltre 30 opere teatrali.

Walt Disney contribuì all’immortalità del orsetto di Milne, comprando i diritti dalla vedova dell’autore nel 1961 e rendendo Winnie un icona del proprio universo onirico e dorato.



Tenevo particolarmente
a questo ricordo
avendo io amato
e amando
immensamente
il timido e schivo
asinello Eeyore
ed il suo sguardo
tenero e depresso…

24 dicembre 2005

Alieno



Insiemi conformi
di masse viventi,
scarnito ritratto
cromato su echi
di specchi infranti.

Alieno, solo
giallo di limone
su mondo blu notte,
disgiunto sembiante
d’illusorio uso.

Esposto nolente
a pigli curiosi,
patisce zavorre
di gravose volontà.

Imbarazzati palmi
intrisi di grigio
sfregano il volto
carente d’occulto.

Incarnando usanze
vilmente plasticate
di umane falsità,
davvero aliene.

23 dicembre 2005

Notte




Osservo dalla finestra
e vedo buio puro
il freddo, lo posso immaginare

una luce calda mi avvolge
e riflessi biondi di cristallo
confondono la strada deserta

gelide lamiere variopinte
scintillano tra ombre
mosse, da folate di vento

quiete e silenzio
al governo del mondo
che so guardare

mentre voci impetuose
recitano storie
che m’inchiodano il cuore

guardo la finestra
riflettere il mio volto
e adesso, il freddo è reale.

21 dicembre 2005

Natale Babbo


Il paffuto omone
barbuto e rubicondo
nell’abito e nelle gote
tracima come ogni anno
col suo corteo di renne e campanelli
portando doni ad un mondo
senza più buoni né cattivi.

Dal suo sacco senza fondo
estrae instancabile e monotono
trenini e gioielli
bambole e vacanze
tesori e cambiali
che annientano ogni pensiero
tra luci e lacrime
di umana essenza.

Natale Babbo
ha qualcosa per tutti
anche per chi non scrive lettere
né al polo né altrove

non lo amo molto
ma lui non si dimentica mai di me
e mi regala ogni volta
tristezze e malinconie
assortite

regali sgraditi
ma forse necessari
alla memoria di una vita
che fonda sulle sue ombre
ogni fantasia per il domani

Benvenuto Natale
rigoroso ufficiale soprintendente
delle mie linee d’ombra
inviso e vitale
ti accolgo riluttante
fidando che tu riparta
presto

19 dicembre 2005

Teste di banca



Sfoglio i quotidiani
ascolto i telegiornali
m’informo sulla rete
e trovo che mai come ora
la parola banca
riempie articoli ed editoriali
approfondimenti e servizi
blog e portali

banca
nome che tra poco sarà considerato
giustamente
un’offesa

Il Governatore Fazio si è dimesso
travolto dallo scandalo BPL
sradicato dagli stessi giochi di potere
con i quali si governa l’alta finanza

Fazio è solo un uomo
potente, ricco, solo
che governa i destini del motore del nostro mondo
il denaro

denaro che sconvolge
la mente
di capitani d’industria
di banchieri
di uomini
deboli proprio per colpa del loro potere

paradossi della tentazione
che fa l’uomo ladro
spesso
non sempre
ma spesso
molto spesso

E l’Italia si sveglia
(ma si sveglia???)
scoprendo che il dorato mondo della finanza
è un immenso porcile
abitato da squali e caimani
d’ogni specie
(e mi perdonino le innocenti bestie per il paragone denigrante)

Fazio si dimette
Fiorani è un carcerato
e il coperchio non è ancora saltato
se mai salterà…

non sono state sufficienti
Parmalat e Cirio
per farci capire

i bond argentini non ci hanno insegnato nulla
perché tanto gli stati non falliscono mica…

svegliamoci gente
perché in banca lavorano grandi professionisti
ma è il sistema che è marcio

certo, mica tutte le banche sono uguali
infatti qualcuna è peggio!

E noi qui
giustamente terrorizzati dal sistema giudiziario
mai e poi mai
entreremmo in un tribunale senza un avvocato
mentre in banca andiamo soli
senza capire
che la banca
prima di ogni cosa
fa gli interessi suoi

dobbiamo imparare a difendere i nostri risparmi
finché ne avremo
se il sistema non cambia
saremo noi a dover cambiare

altrimenti saremo soli e nudi
in mezzo alle belve
assetate di soldi
e di sangue

il nostro



Fazio si è dimesso
prima che lo dimettessero
in qualche modo
ma lui è solo un ingranaggio
magari grosso
ma non certo unico

questo non è un tribunale
ed io non sono una giuria
se ha sbagliato
paghi
ma non paghi solo

lui

10 dicembre 2005

365


Trecentosessantacinque giorni
nessuna notte
giorni, lunghi come anni
ore, veloci come secondi

sempre tempo
da soli
o in compagnia
dei battiti
di un cuore
che da solo
non trovo

trecentosessantacinque giorni
nessuna notte
infiniti sogni
una sola vita

sempre tempo
insieme
all’amore
che m’insegna
la fortuna
che non sapevo d’avere

sono fortunato
per esser vivo
nel pieno dell’immenso

(ora
lo so)

05 dicembre 2005

Ombre


Ombre
scivolano silenti
penetrando
le oscure trame della notte
la mia notte
insonne

fruscio
di artigli nascosti
forme
ripugnanti, squamose
le intuisco
come grigie parvenze
nella cinerea oscurità

predatori d’anime
in agguato
per ghermire sogni
che irradiano luce
nel fitto buio
della “nostra” vita

la nostra
la mia
la loro

vita
imprescindibilmente condivisa
con osceni demoni
ombre
grigie

né luce né buio
né bene né male

grigio
senza forma
senza colore

mai bianco
mai nero

non sei niente
e per questo di odio

non ho forza
né fede
che possano darti luce

né equilibrio
sull’invisibile filo
che attraversa le ombre

ombre,

mezza luce
che rivela gli improvvisi bivi della vita

mezzo buio
che nasconde la meta dei possibili viaggi

odio
essere consapevole della scelta
al buio
impotente vacillo
mi fermo
m’impunto

vorrei essere incosciente
con l’ anima priva di occhi,
accidentale protagonista
di una vita per caso
ignaro d’ogni via
rotolare
leggero
nel grigio
che avvolge
proteggendomi
dissolvendo in nero

adesso

01 dicembre 2005

Stagioni


Il tempo
senza tempo

una banale contraddizione in termini
storia di priorità
di scelte
di vita
qualunque
comune

oppure?

Oppure

Storia di stagioni
confuse in una zona d’ombra
della mia linea del tempo

inverni di solitudine
estati di abbondanza

autunni di decadenza
primavere di speranza

tempo

che non so più riconoscere
mentre lo rincorro
ogni giorno
capisco
di non sapere più
quale stagione
inseguo…

dopo un lungo
freddo
interminabile inverno
non riconosco la primavera
con i suoi brillanti colori di vita
né l’estate
copiosamente ricca di frutti
da cogliere
per nutrire
l’anima

forse autunno
che segue l’inverno

assurda inversione
disperante
mentre tutto scorre
seguendo il naturale verso
mi ritrovo
spaesato
in una vita

controtempo



“Oggi non ho tempo
Oggi voglio stare spento”