31 ottobre 2006

(solo)


(solo)
stanco

(solo)
senza tempo

(solo)
spento

(solo)
nel respiro

(solo)
corto

(solo)
di vita

(solo)
sfuggente

(solo)
d’un uomo

(solo)
con un tempo

(solo)





15 ottobre 2006

Un anno e un secolo


Un anno e un secolo
fiumi di parole
date e da avere
talvolta silenti
talaltra impetuose
a travolgere dighe

poi venne il silenzio
ed inaspettatamente
fece molto rumore…

un anno
un blog
parole
che raccontano
un secolo
di vita

vita
che aspira ad essere vera
ora
che è travolta

che travolge…

buon compleanno lupo cattivo

buon compleanno blog…

05 ottobre 2006

Bianco d'ombra


Una distesa d’opaca neve bianca
spruzzata con rare gocce di fumo grigio
ricopre, come una densa coltre inerte,
la tua rada e ormai goffa chioma
sempre arruffata da intrecci infiniti
di logori riccioli mesti e stanchi.

Bianco d’ombra
e freddo intenso
circondano la pelle
penetrando nel profondo
e riflettendo impietosi
la luce fioca
che nel tuo sguardo
tremola fragile
sul buio avvolgente

gracile, come il respiro
che soffoca, dimenticato
nella nebbia indissolubile
velata di timide lacrime
che affogano il cuore
senza tradire la propria assidua
invisibile presenza
incrinando una voce
piena di tutti quei sorrisi
che nell’eco dello sguardo
non si riescon più a trovare

Bianco d’ombra
e bagliore di cristallo
fragile e trasparente
come le gocce del tempo
che hanno scavato nelle tue ossa
di scricciolo sfinito
immense oscure caverne
ove ogni interminabile ora
rimbomba l’eco sordo
della solitudine cosciente

solo nel volto
fresco seppur segnato
vedo tratti che furono i miei
prima che il bagliore dorato
della primavera profumata
fosse sbiadito dal tumultuoso fiume
ogni ora sempre più prosciugato
da quel tempo indefinito
ma sciaguratamente limitato
che nella nostra umana
limitata comprensione
anche nel buio profondo
dei giorni disperanti e disperati
ci ostiniamo indomiti
ad amare nostro malgrado
come uno strano sogno
chiamato vita…

Bianco d’ombra
un giorno non lontano
in un istante svanirà
sarò più solo
ma in questo brutto mondo
la sua voce
comunque
mi accompagnerà…

04 ottobre 2006

Bronto


Mastodontico e infinitamente pesante.
Così si sentiva da giorni il vecchio Bronto.
Un canuto, logoro, indefinito essere.
Dal sembiante di mostro, più che di antiquato e decrepito, stanco animale.

Guidato da uno strano istinto
che nemmeno lui avrebbe saputo spiegare
si era avventurato con passo stanco
alla ricerca di un mondo
che il suo sguardo offuscato
confondeva tra nebbie moleste e malsane.

Col respiro affannato
e le zampe tremolanti e gonfie
di infinita fatica e profondo dolore
pur senza sapere dove
né tanto meno perché
inizio a camminare…

Confuso dalle ombre scure
trasportate dal vento di tempesta
col suo peso immane
fu colto da folle raptus
e nel correre verso il destino
non s’accorse delle creature
che le sue zampe immense
calpestavano con forza tale
da riuscirle a schiacciare…

Un albero fu abbattuto
dalla sua marcia senza fine
ed il boato del crollo
occultò al suo udito
ma non al suo cuore
lo straziante scricchiolio di ossa
violentemente macinate
dalla furia di una notte
senza luna e senza stelle
e con un buio
più da rabbrividire che da dimenticare…

E nel lamento delle ossa amiche
spezzate nell’eco del suo impotente stupore
Bronto comprese che il suo viaggio
era senza una fine
che non fosse la logica soluzione
d’una vita virtuale stanca
che si consumava nel candore
di un mondo scomparso
che il suo istinto animale
non aveva dubitato di riconoscere
come i primi tristi lamenti
d’un corteo funebre
che l’avrebbe condotto
in un luogo di riposo eterno
dove la sua anima
liberata del corpo appesantito dal tempo
e dal grigio pallore
d’un riflesso senza fine
avrebbe finalmente ritrovato
la leggerezza e la speranza
che proprio in quel mondo
aveva scoperto capaci
di donargli ali di farfalla
in grado di sorreggerlo nel cielo di una vita
nuova e ricca
d’emozioni e d’amore
in cui, finalmente,
poteva volare…