26 novembre 2005

Etereo simulacro d'un istante


Fiumi di parole, pensieri
affollano
giorni e giorni
di silenzio
senza tempo
senza scampo
che rincorro, lento
come vela
senza vento

tempo
che non si lascia vivere
e sfugge
scivolando tra dita
serrate
nel vano tentativo
d'imprigionare
la sua, incorporea,
dolorosa
immutabile
assenza

vorrei di più
poter scrivere
leggere
conoscere
parlare
giocare
amare

vivere

ma senza tempo
stento
nel respiro reciso
di una vita
che non basta

mai

20 novembre 2005

Bagliori di guerra


Fiamme di rivolta
divampano ed incendiano
i fumosi, oscuri, notturni cieli
nel palpitante epicentro
della vecchia Europa

ed il fuoco consuma, insaziabile
infiniti frammenti di credibilità istituzionale
che l’antica repubblica francese,
cuore pulsante e vitale fulcro
dell’evoluto occidente democratico,
mai avrebbe ipotizzato e temuto
fosse minacciata così violentemente
dalla furiosa esplosione interna di
rabbia
improvvisa, imprevista, implacabile

bande di spietati criminali, feccia
questo è il pensiero dei potenti
e gli scontri si moltiplicano
la rivolta è incontenibile
la notte brucia
la polizia arranca nel buio
squarciato da lampi
esplosioni
fuoco

e sono centinaia
migliaia
decine di migliaia
nelle periferie
nei centri storici
in tutto il paese
distruggono
assaltano
tracimano

e lo Stato
europeo, moderno, ricco, organizzato
arranca impaurito
dalla forza nascosta
che incendia
il mondo
e gli animi,
inadeguato argine
di forze contrapposte
in una resistenza strenua
ma priva di idee
di parole

e gli incubi prendono i nomi del terrore
e si sentono voci sussurrare
nel timore di ascoltare il proprio suono
spettri di guerre lontane
o forse
fin troppo vicine

intifada

rivolta, sollevazione, scrollarsi di dosso
un nemico lontano
rinvenuto disgraziatamente nella propria casa

ed il conflitto israelo-palestinese
improvvisamente combatte le sue battaglie
tra place de la Concorde
e la Tour Eiffel

jihad

la guerra santa dell’Islam
non più come lotta spirituale interiore
né come difesa del proprio territorio
ma come attacco agli infedeli
fin dentro le loro case

e mentre il mondo impazzisce
ancora una volta
l’informazione ci racconta
che siamo noi
contro di loro

ma chi siamo noi?
e chi sono loro?

ed è triste capire
come si fugga la realtà
di un disagio sociale
che porta in piazza,
armati di fiamme e di fucili,
figli della stessa nazione
che li ospita da generazioni
ma non li ama
coesi dalla povertà
dalla discriminazione
con gli stessi autoctoni,
economicamente meno fortunati,
che marciano al loro fianco
in una violenta follia rivoluzionaria
che non condivido
ma di cui capisco
la genesi
lo sprone

e ricordo lo stesso popolo
di diseredati
assaltare i simboli del potere
perché le briciole di brioche
erano indigeste
senza pane

e non tutti i popoli,
quando hanno fame,
son disposti a lasciarsi morire
lentamente
in silenzio

...

Allons enfants de la Patrie,
le jour de gloire est arrivé
Contre nous de la tyrannie
L'étendard sanglant est levé.
L'étendard sanglant est levé:
Entendez-vous dans les campagnes
Mugir ces féroces soldats!
Qui viennent jusque dans vos bras
Égorger vos fils et vos compagnes.

Aux armes citoyens,
Formez vos bataillons.
Marchons! Marchons!
Qu'un sang impur
Abreuve nos sillons

(Avanti, figli della patria
È giunto il giorno della gloria!
Contro di noi il vessillo sanguinoso
Della tirannide si è spiegato!
Sentite nelle campagne
Urlare questi feroci soldati?
Vengono, fino tra le vostre braccia
A sgozzare i vostri figli, e le vostre compagne.

Alle armi, cittadini!
Formate i battaglioni!
In marcia! In marcia!
Un sangue impuro
abbeveri i nostri solchi!)

18 novembre 2005

AD MCMXXXVI


Idee
che nascono spontanee
e poi si fondono
accavallandosi ai mille pensieri
del quotidiano vivere

a volte brillanti
altre sciocche
spesso fugaci ed effimeri bagliori
oscurati dall'imbuto del tempo
che non basta mai

Idee
che dissolvono come sogni
alle prime luci del risveglio
pensieri senza nome
senza colore
senza voce
senza

eppure
alcune rare immagini
sembrano rifiutare
l’oblio del grande calderone
dei pensieri dispersi
e
come dotate di vita propria
si ripropongono
con cadenze sempre più assidue
arricchendosi di forme
di particolari
di suoni

sono queste
le idee
che trovano la forza
per parlarmi dentro
con una voce
che non è la mia

è da queste voci
che a volte nascono
storie
racconti
che non possono essere
taciuti

cieco e sordo
da intere settimane
ignoravo le immagini
che ora
vivono in me
nell’impellente desiderio
di raccontarsi

del resto
come ignorare
quella giovane e bella donna
timida
che nella fredda e buia notte romana
percorre guardinga
a passo svelto
la strada che
da largo Leopardi,
attraverso i portici di una piazza Vittorio
dall’immenso mercato deserto
e dagli alberi che
accarezzati dalle tremolanti lanterne
proiettano ombre inquietanti,
la conduce fino al grigio
immenso stabilimento
proprio di fronte l’ingresso delle ferrovie laziali
con i suoi trenini traballanti
ed ciuffi d’erba alta che crescono pigri
tra le lignee e consunte traversine.

L’alba è ancora lontana
ma il lavoro non aspetta
e Nina
assonnata
infreddolita
si volta verso la finestrella del quinto piano
dove un cenno della mano
che si agita nell’ombra
in un saluto preoccupato
le trasmette il calore
dell’invisibile
avvolgente
sguardo materno
che un po’ riscalda
quella fredda notte di marzo
del 1936



È una storia che vuole farsi raccontare
è una bella storia
spero di saperla
raccontare
come merita
perché Nina
è una persona speciale
ed il suo mondo
meriterebbe parole più belle
di quelle che ho

ma so che Nina mi perdonerà…

lo spero…

13 novembre 2005

Ali



Strani, nuovi mondi
dipanano intricate essenze,
quando, esistenze possibili
incrociano, rinnovate,
una vita confusa
dal proprio senso.

E mani, stanche di noia
graffiano la terra nuda
scavando tentacolari dotti,
senza altra meta che la fuga
dalle, angoscianti, profondità
del proprio inferno.

Ed invisibili, fragili ali
sfidano l’opprimente destino,
sollevando in timido volo
l’immenso spirito di libertà,
inconsapevoli delle vertigini
indotte dalla vuota voragine.

Lacrime,
che bagnano l’emozione
di sapersi sopravvissuti,
in precario equilibrio,
sul niente.

Lacrime,
confuse tra gioia e timore
di veder avverare,
e non dover dissipare,
un sogno.

10 novembre 2005

Il suono del silenzio


And in the naked light I saw
Ten thousand people maybe more
People talking without speaking
People hearing without listening
People writing songs that voices never shared
No one dared
Disturb the sound of silence


Che strano suono ha il silenzio,
immobile spazio vuoto
di assoluto niente.
Infinito universo divorante
ombre e luci
di esistenze
innalzate in attimi di eterno
da echi sfolgoranti e vividi
nel cosmico, umano sentire

Eppure, talvolta
immensa entità
viva e tangibile
nella sua assordante
pienezza
fusione d’ogni suono
possibile

silenzio

che spaventa l’uomo in me
con la sua fragile continuità
dove riecheggia
ingigantendo
ogni singolo pensiero
che assedia la mia mente

silenzio

che nutre il mio animo di lupo
con la sua confortevole
ospitalità
che acuisce l’istinto
ferino
fondamento unico delle mie
squassanti emozioni

silenzio

a cui
tra incalcolabili
coloratissimi
chiaroscuri
non saprei rinunciare
mai

But my words like silent raindrops fell
And echoed in the wells of silence.




(E nella luce pura vidi
migliaia di persone, o forse più
persone che parlavano senza emettere suoni
persone che ascoltavano senza udire
persone che scrivevano canzoni che le voci non avrebbero mai cantato
e nessuno osava
disturbare il suono del silenzio)


(Ma le mie parole caddero come gocce di pioggia,
e riecheggiarono nei pozzi del silenzio)

07 novembre 2005

Bambole progressiste minacciano gli USA



Ebbene si
le minacce contro gli Stati Uniti
non cessano mai…

Stentavo a credere ai miei occhi
eppure la notizia appare fondata
ed un sommario riscontro incrociato
dagli esiti ampiamente positivi
mi porta ad affermare
che, in questo momento di grande caos
e fermento internazionale
una parte dei cittadini americani
si sente minacciata seriamente
fin nelle fondamenta della propria società
da una banda di bambole
di chiara ideologia politica sinistroide
ed anarchica
che si permetterebbero di attaccare i capisaldi del credo
ultareligioso
di una vasta fetta
della destra americana

Le pericolosissime ribelli progressiste, infatti
sarebbero colpevoli
di istigazione minorile all’aborto
e caldeggerebbero il libero sviluppo
di promiscui rapporti omosessuali…

Sotto accusa sono le American Girl
la cui azienda costruttrice
nota multinazionale dei giocattoli
avrebbe la colpa di aver donato in beneficenza
una cospicua somma di denaro
alla Girls inc
associazione no profit
che si occupa dell’educazione sessuale delle adolescenti
tramite le sue 1500 sedi
e trattando senza peli sulla lingua
argomenti quali la prevenzione della gravidanza
e le crisi d’identità dovuta alla scoperta
di tendenze omosessuali

il principale accusatore
delle sordide bamboline
è l’American Family Association
potentissimo gruppo ultraconservatore
composto da oltre due milioni di soci
che
oltre a denunciare il fatto
minacciano furibondi boicottaggi

ora poco conta
che le stesse bamboline
sovvenzionino la croce rossa americana
infatti la loro copertura
tutta casa, patria e famiglia
è ormai irrimediabilmente saltata
e gia si percepisce l’odore acre
dei primi roghi purificatori

mi astengo da ogni altro commento
e lascio a voi il giudizio
augurandomi
che non siano solo questi gli uomini
che decidono
a forza o a ragione
i destini del mondo

05 novembre 2005

Nude alla meta



Fotografie di donne
nude
corpi come bandiere
tra arcobaleni stupiti
e manifestanti
palesemente preparati
all’evento mediatico incombente
ed auspicato

così sono apparse
nel corso di una manifestazione
in quel di Reggio Emilia
donne nude
donne manifesto
donne mezzo
per un fine
tutto da decifrare…

sono ore
che penso a queste ragazze
"strumento"
per la conquista di prime pagine
ovviamente riuscita

il messaggio da trasmettere
era
ed è
importante
e forse il fine
giustificava i mezzi

però trovo triste
per la nostra informazione malata
di facili scandali
e di pruriginose tendenze sessiste,
ma anche per la condizione socio culturale della donna
trovo triste
che ancora oggi due seni
ed un po di peli pubici
pubblicamente esposti
attirino tante morbose attenzioni

da parte dei media
delle autorità
della gente comune

al punto di essere
al tempo stesso
vettore e paravento
di un notizia
che acquisisce visibilità
a scapito dei contenuti

troppo facile scadere nel banale
e ricordare questa manifestazione
famosa e famigerata
per le quattro "veneri" nude
più che per l'ideologia
che si voleva proporre

il fine giustifica i mezzi
o i mezzi prevaricano il fine?

sinceramente proprio non lo so...

mi rimane da considerare
forse esagerata
la denuncia per atti osceni
in luogo pubblico

non tanto perché ritenga
lecito
aggirarsi nudi per le città

quanto perché

in un paese in cui
televisioni e pubblicazioni
ci sommergono
con immagini e filmati
raffiguranti tonnellate di carne femminile
sempre ben disposta e formata
e rigorosamente nuda
a tutte le ore
ed in tutti i contesti
(dalla pubblicità ai programmi divulgativi
dai notiziari ai reality e così via…)

siano quattro sparute e nude ragazzette
della generosa terra emiliana
a pagare
per una leggerezza
che forse non è tutta farina
del sacco loro

trovo triste pensare
che le fanciulle desnude
abbiano ritenuto che mostrare il loro corpo
nudo
quale oggetto e merce
di desideri più o meno lussuriosi
fosse l’unico modo
per far ascoltare la propria voce
ed esprimere i propri pensieri

Avevano ragione?

forse no

spero di no

perché le donne

tutte le donne

non sono solo chili di carne

spessissimo

(non sempre, ma questo vale anche per gli uomini)

dietro alle tondeggianti forme

c’è molto

molto

molto di più

spero lo sappiano

anche loro…